Nella fredda serata al Via del Mare, il solito Lecce esce sconfitto per 0-3 in casa contro una Juventus in gran forma. I giallorossi, nonostante un gioco convincente, non riescono a concretizzare le occasioni e subiscono la superiorità di un’avversaria capace di vincere con disinvoltura. Nonostante la distanza dalla zona retrocessione rimanga invariata, la mancanza di gol preoccupa il Lecce.
Il tecnico D’Aversa conferma il 4-3-3 che aveva dato buoni risultati contro la Lazio, mentre Allegri opta per il 3-5-2 con Yildiz affianco a Vlahovic in avanti. Il primo tentativo è della Juventus con un tocco di Vlahovic al lato dopo appena un minuto di gioco. Il Lecce risponde con un’azione insistita di Krstovic, il cui tiro dal limite sfiora il palo. La prima occasione vera arriva all’undicesimo minuto, quando McKennie stacca su corner ma trova il salvataggio sulla linea di Krstovic. Nonostante il buon gioco del Lecce, la Juventus preme, al 32º minuto, Szczesny compie la prima parata respingendo un tiro di Oudin.
Nella ripresa, il Via del Mare protesta per un contatto in area tra Bremer e Almqvist, ma l’arbitro Doveri non concede nulla. Al 52º minuto, Vlahovic di testa manca il bersaglio. Nel tentativo successivo di Almqvist, la difesa bianconera devia in corner. Tuttavia, il Lecce continua ad attaccare, concedendo spazio alle ripartenze della Juventus. Al minuto 60, Yildiz scappa e, su un cross di Cambiaso, Vlahovic segna il gol del vantaggio con una coordinazione precisa.
Al sessantottesimo, arriva il secondo gol bianconero: cross di Kostic, sponda di McKennie e Vlahovic appoggia in rete da breve distanza. Il Lecce si fa vedere solo al 76º minuto con un tentativo di Dorgu parato da Szczesny. All’ottantacinquesimo, Bremer segna il terzo gol bianconero con un colpo di testa alle spalle di Falcone. L’ultima occasione è per Sansone, il cui destro su cross di Dorgu viene respinto dalla difesa bianconera.
Con questa vittoria, la Juventus ritorna in testa alla classifica, superando l’Inter in attesa della Supercoppa. Il Lecce, nonostante la buona prestazione, deve fare i conti con la mancanza di concretezza sotto porta.